Immaginare o ricostruire l’attività che si svolgeva per la miniera conduce alla considerazione di un lavoro certamente molto duro, affrontato con mezzi rudimentali scavando con attrezzi come il punteruolo ed il mazzuolo, e trasportando tutto il materiale accumulato con il solo e unico utilizzo di carriole; infatti non esistevano ne binari per carrelli su rotaia ne tanto meno trenini da miniera, mentre le donne fuori all’aperto sceglievano e smistavano il materiale estratto, poiché non vi erano macchinari per effettuare la cernita.
Il materiale portato fuori veniva selezionato spaccandolo su un “martinetto” : tipo di incudine costituita da un cubo di ferro del peso di circa 50 chili, con una sporgenza laterale a forma di piramide. Dopo la cernita il rame veniva portato a dorso di mulo forse a Genova o a Busalla, perché il paese di Rovegno fu collegato alla carrozzabile solo nel 1920.
Il rame non si estraeva dalla materia prima a Rovegno ma direttamente nelle industri metallurgiche. Infatti nelle miniere il Rame non si trova isolato nella roccia ma combinato in ossidi di rame dando origine ad un materiale di colore rossiccio che conteneva l’ 80-90 percento di rame. E sono le stesse rocce che si trovano attorno al paese di Rovegno. Tuttavia in tale miniera si estraeva anche la azzurrite.
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