lunedì 7 luglio 2008

come si proteggono le Marmotte dal freddo durante il periodo attivo?


Possiamo innanzitutto affermare che negli animali omeotermi abbiamo una triplice struttura polifunzionale costituita da:

  • una zona di regolazione metabolico, nella quale abbiamo consumo attivo di energia utilizzata per la produzione di calore da trasferire a tutto il corpo. Alla quale si assomma la stimolazione dei muscoli pilorici ( muscolatura adibita all'orientazione delle piume) che arruffano il pelo per formare uno strato isolante massiccio con conseguente riduzione della traspirazione e quindi degli scambi termici. Abbiamo anche lo sviluppo di calore mediante conversione metabolica attraverso il grasso bruno(grasso presente nella parte addominale e midollare delle marmotte dove si osserva un afflusso massiccio di capillari e linfociti per l sintesi e la successiva trasformazione in calore). Infine se tutto questo non bastasse abbiamo lo sviluppo dei brividi (contrazioni muscoli continue e contrarie che non fanno muovere l'animale ma ne aumentano esclusivamente il metabolismo per incrementare la temperatura) solitamente utilizzato dalle marmotte per il passaggio dopo il letargo dalla pecilotermia alla omotermia;
  • la seconda zona di regolazione è termoneutra nella quale fascia non abbiamo consumo di ATP (energia chimica delle nostre cellule) ma si ha l'orientazione dei muscoli pilorici mediante arruffamento o stiramento della pelliccia per ridurre o aumentare lo scambio termico;
  • la terza zona di regolazione è la fascia di ipertermia nella quale abbiamo lo stiramento del pelo mediante i muscoli pilorici aumento del sangue alle finestre termiche (strutture apposite nelle quali abbiamo il massimo afflusso sanguigno e nessuna protezione da parte del pelo) nelle marmotte queste finestre risiedono nelle orecchie e nelle zampe le quali per non impedire movimento sono sempre sprovviste di pelliccia nelle giunture.
Di Daniele Anfossi

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