A partire dalle briofite, il passo evolutivo successivo è quello di migliorare la produzione e la dispersione delle spore. Nelle briofite, lo sporofito produce un solo sporangio, mentre le pteridofite possiedono uno sporofito che porta più sporangi. La dispersione viene migliorata con l'ulteriore innalzamento dello sporofito dal terreno.
Nelle pteridofite, inoltre, vi sono gruppi isosporei, che producono un solo tipo di spore, ed eterosporei, che producono microspore, destinate a dare gametofiti maschili e megaspore destinate a dare gametofiti femminili.
Il passaggio dalle briofite alle pteridofite è compreso tra il Devoniano e il Siluriano ma non è ben testimoniato dai reperti fossili. La maggior parte dei fossili proviene dalla Caledonia a Rhinie. Si conoscono fossili appartenenti alle protracheofite, oggi completamente estinte. Le protracheofite sono un gruppo polifiletico che raggruppa specie con più sporangi e con sistemi di conduzione a base di lignina. Tra queste:
Aglaophyton major
I reperti di questo genere erano prima inclusi nel genere Rhynia (oggi inserito nelle vere tracheofite).
Lionophyton rhyniensis
Forse è il gametofito corrispondente allo sporofito che è stato attribuito ad Aglaophyton major.
Nothia e Pignosporophyllum sono generi appartenenti alla stessa pianta, così come Horneophyton e Langiophyton.
I dubbi sorti riguardo la classificazione e la posizione delle protracheofite sono dovuti al fatto che gametofiti e sporofiti spesso si assomigliano, anche se per ora vengono attribuiti a generi differenti. Ciò ha fatto supporre che le specie da cui derivarono le pteridofite possedessero un ciclo metagenetico aplodiplonte isomorfo.
Gli sporangi cambiano posizione durante l'evoluzione: nelle protracheofite sono posti apicalmente (come in Rhynia) mentre nelle pteridofite gli sporangi sono portati verso il basso e su rami laterali (rami sporangiofori) che garantiscono protezione. Per un'ulteriore protezione si sviluppano, in alcune gruppi, strutture a tavolinetto sotto cui ci sono gli sporangi (come negli equiseti), in altri invece si assiste ad un accorciamento e allargamento dei rami sporangiofori che si trasformano in un brattea all'ascella dello sporangio.
venerdì 26 settembre 2008
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