Il gametofito degli sfagni si sviluppa a partire da un protonema talloide. Possiedono cauloidi parenchimatosi ed ectoidrici, inoltre sono ramificati, le ramificazioni sono poste in posizioni differenti a seconda delle specie:
• Ramificazioni patenti: le ramificazioni sono perpendicolari al cauloide.
• Ramificazioni riflesse: le ramificazioni sono ripiegate all’indietro sul cauloide.
I filloidi non hanno mai nervature. Gli ialociti possiedono ornamentazioni che sono utilizzate come caratteri diagnostici, così come la posizione dei clorociti (se in posizione centrale o no).
Lo sporofito è sollevato da un estroflessione gametofitica (pseudopodio), non vi è seta. Nella capsula, l’archesporio viene originato dall’anfitecio e assume forma di coppa capovolta sopra la columella. Le spore fuoriescono all’esterno grazie all’apertura del solo opercolo, non vi sono altre protezioni.
Gli sfagni costituiscono le torbiere: formano, marginalmente a specchi d’acqua, diverse cinture di torba che rappresentano gli stadi di estensione precedenti. Con l’andare del tempo infossano lo specchio d’acqua. Hanno vita millenaria, poiché la parti inferiori che rimangono sott’acqua, muoiono mentre quelle che rimangono in superficie continuano a riprodursi formando nuova torba. Grandi torbiere si trovano nel Nord Europa, mentre in Liguria si trovano in Val d’Aveto e nel gruppo di Voltri. Questi giacimenti sono stati spesso sfruttati, per esempio dalla floricoltura poiché gli ialociti trattengono molta acqua. La depauperazione della torba ha portato il Sphagnum in via di estinzione, perciò oggi è protetto.
giovedì 25 settembre 2008
Gli Sfagni
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