mercoledì 10 settembre 2008

Le classificazioni moderne


La tassonomia, tramite la formulazione di regole formali (tra cui la nomenclatura), permette di organizzare la diversità della vita, costruendo una classificazione in cui poter inserire una specie, permettendone così il riconoscimento. Dopo la classificazione, e quindi l’inquadramento in un gruppo, è possibile correlare più gruppi in modo da rispecchiarne l’evoluzione, cioè costruire una sistematica.
Vi sono 3 principali tipi di classificazioni:
1. Classificazioni artificiali: ne è un esempio quella di Linneo. Sono classificazioni monotetiche e divisive, cioè si parte da un gruppo ampio e se ne separano alcuni gruppi più piccoli scegliendoli opportunisticamente. Due oggetti (specie) molto simili possono quindi cadere in due gruppi molto diversi a causa di un solo carattere scelto.
2. Classificazioni naturali o predittive: vengono presi in considerazione serie di caratteri che costituiscono gruppi politetici e agglomerativi. Si verificano prima di tutto i caratteri comuni che accomunano gli oggetti (specie) costruendo insiemi o alberi, questi sono i taxa (sing. taxon). Grazie a questa classificazione è possibile rispecchiare in modo approssimativo l’evoluzione dei taxa e predirne i caratteri non noti per interpolazione. Sono le classificazioni più adottate e si basano su caratteri morfologici o microscopici.
3. Classificazioni filogenetiche: queste classificazioni si prefiggono innanzi tutto di rispecchiare la parentela delle specie e la derivazione dei caratteri nell’evoluzione. In teoria classificazioni naturali e classificazioni filogenetiche dovrebbero sovrapporsi ma vi sono difficoltà nell’analisi dei dati a causa di fenomeni di convergenza e parallelismo evolutivo. Questi non hanno significato di omologia ma di analogia causate da pressioni ambientali simili. Per esempio, le“piante succulente” comprendono piante di almeno 3 famiglie che vivono tutte in ambienti desertici ma di continenti differenti: Cactaceae sudamericane, Euphorbiaceae africane e Asclepiadaceae asiatiche. Un altro esempio è la tendenza al passaggio, nei fiori, da corolle con petali liberi (dialipetalia) a corolle con petali uniti in un tubo (gamopetalia). Seguendo questo schema la dialipetalia risulta un carattere primitivo rispetto alla gamopetalia, tuttavia ciò vale solo per alcuni gruppi, poiché vi sono stati ritorni secondari alla dialipetalia. In base alla definizione dello stato di un carattere, primitivo o derivato, si individuano gruppi definiti monofiletici, parafiletici o polifiletici. Scopo delle classificazioni filogenetiche è individuare solo gruppi monofiletici naturali. Il metodo di classificazione filogenetica sta evolvendo rapidamente in questo ultimi 20 anni ed utilizza anche dati biomolecolari e genetici, troppo ristretti e inutilizzabili a scopo pratico, così le classificazioni più usate sono quelle naturali anche se meno veritiere.

Nessun commento: