martedì 16 settembre 2008

DIVISIO BRYOPHYTA


Paleontologia
Sono stati ritrovati diversi macrofossili: le briofite sono sicuramente presenti nel Carbonifero, mentre prima di allora vi sono solo fossili dubbi.
Gametofito
Le briofite possiedono un ciclo metagenetico aplodiplofasico eteromorfo con dominanza del gametofito.
L’archegonio ha forma a fiasco, prima di raggiungere la maturità ha pareti cellularizzate sia nel ventre che nel collo. Raggiunta la maturità queste cellule si trasformano in mucillagini che favoriscono il passaggio dei gameti maschili. Questi sono biflagellati (anterozoidi) e prodotti dagli anteridi.
Per la fecondazione è sempre necessaria la presenza dell’acqua (pioggia, schizzi, rugiada), vi è perciò idrofilia.
Un’unica oosfera è contenuta nell’archegonio, una volta fecondata forma lo zigote. Lo zigote va incontro a divisioni mitotiche formando l’embrione, che rimane sempre avvolto dalla parete dell’archegonio e da altre strutture gametofitiche.
Sporofito
In seguito l’embrione, a maturità, rompe l’archegonio e fuoriesce lo sporofito. Lo sporofito (non fotosintetico) è costituito da un piede basale di collegamento con il gametofito (fotosintetico), seguito da una parte allungata, il peduncolo (o seta) che porta, all’apice, la capsula (lo sporangio) coperta da un cappuccio, l’opercolo, che si rompe a maturità. Nella capsula, per meiosi, si producono le spore che vengono diffuse tramite il vento. Esse, germinando, danno origine al gametofito.
Si può avere anche procreazione asessuata tramite bulbilli, che si staccano dal gametofito o tramite i rizomi.
Possiedono proprietà di revivescenza, cioè in mancanza d’acqua seccano e riprendono nuovamente vita al ritorno dell’acqua. Questa caratteristica è particolarmente favorevole per la colonizzazione di ambienti rigidi che hanno permesso il successo evolutivo delle briofite.

Nessun commento: