lunedì 13 ottobre 2008

Classis Equisetopsida (= Sphenopsida; Divisio Equisetophyta = Sphenophyta)



Classis Equisetopsida (= Sphenopsida; Divisio Equisetophyta = Sphenophyta)


Hanno il loro massimo sviluppo in un periodo tra il Carbonifero e il Permiano. Inizialmente prevalgono le Sphenophyllaceae e le Calamitaceae, ma si estinguono e prendono il sopravvento le Equisetaceae. Forse il genere Equisetum è la pianta vivente più antica, poiché i fossili del genere Equisetites del Carbonifero sono virtualmente indistinguibili dal genere attuale.
Gli equiseti estinti non avevano solo portamento erbaceo, come oggi (1 m di altezza, solo una specie di 12 m), il genere Calamites poteva raggiungere i 30 mdi altezza e 1 m di diametro, in alcune vi era anche accrescimento secondario.
Possiedono una morfologia particolare: il fusto è articolato in nodi e internodi. Dai nodi si dipartono verticilli di microfille o ramificazioni, che a loro volta, portano verticilli. Le microfille possono essere avvolte dalla ligula (per esempio in Equisetum). I verticilli sono fotosintetici e le foglie possono essere adese al fusto e guainanti o meno. Possiedono un rizoma sotterraneo che viene sommerso periodicamente.
Nelle forme più antiche vi è anche eterosporia, mentre nelle Equisetales sopravvissute vi è solo isosporia. In alcune specie vi sono rami specializzati per portare organi sessuali, in altre vi sono rami vegetativi che portano anche gli organi sessuali.
Gli sporangi sono spostati rispetto ai licopodi: a partire da sporangi apicali si assiste ad una graduale piegatura delle parti terminali fino alla fusione in sporangiofori, foggiati a tavolinetto. Gli sporangiofori sono a loro volta riuniti in strobili. Le spore mature (gialle) sono poste più in basso nello strobilo.

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