Etimologia e Storia
Una leggenda ungherese racconta che durante una gran pestilenza che non trovava soluzione, nonostante gli umani sforzi, un angelo apparve in sogno al re Ladislao il Santo, il quale gli affermò che all’alba, appena sveglio, avrebbe dovuto tirare una freccia nel cielo; questa gli avrebbe indicato la pianta da dare al suo popolo. Il mattino seguente il Re così fece e la freccia cadde su una Genziana che fu subito somministrata alla popolazione, come indicato dall’angelo, ed il popolo fu salvo. Da allora la pianta in Ungheria si chiama Szent Laszlo Kirali fure erba del Santo Ladislao Re
Altre leggende raccontano di cavalieri colpiti da incantesimi d’amore per la bellezza della pianta, per la magnificenza dei suoi colori e per il suo fascino.Molto complessa e controversa è l’origine dell’etimo. Plinio ci racconta che la Genziana deriva dal greco ghentiané, derivato a sua volta da Genthios, nome del re dell’Illiria che per primo l’avrebbe scoperta. Ma ciò è poco credibile, giacché non ci sono elementi storici probanti tali possibilità. Secondo altri invece sarebbe ricondurre ad un medico dell’antica Roma che presentava omonimia con la pianta. Autorevoli studi moderni affermano, invece, che il legame etimologico sta solo nel fatto che Genthios e Ghentiané presentano assonanza fonetica con Genziana e che la pianta cresce su rilievi montuosi come l’Illiria. In realtà il nome preesisteva già, come si può desumere dal più antico termine latino della pianta, Kikenda, che significa luce, candela, lucciola. L’idea di luce, riferita alla Genziana, non ci sorprende più di tanto se pensiamo alla luminosità del fiore, al suo splendore nel momento della fioritura e se consideriamo che l’erboristeria alchemica annovera questa pianta fra quelle appartenenti al sole, quale espressione del simbolo solare.
La Genziana Lutea o Genziana gialla è una delle più belle fra le parecchie centinaia di specie esistenti; conosciuta sin dall’antichità, le sue proprietà medicinali sono sempre state sfruttate dai medici di tutti i tempi. Plinio il Vecchio (I sec. a.C.) nella sua opera Naturalis Historia, la consigliava quale ottimo amaro-tonico digestivo, per combattere molte malattie dell’apparato digerente. Dioscoride, nel suo trattato De Arte Medica, consigliava la genziana per le sue grandi virtù terapeutiche di tipo solare, legate al suo colore particolare. Durante il Medio Evo era prescritta per combattere soprattutto il mal di madre o isteria e le emicranie latenti o in fase conclamata. Così si legge in un erbario: herba gensiana aliter genziana; ad sanandum habentem malum madronis aut dolerem capitis, accipiat, omni vice, quando sentit dolorem capitis sibi fore venturum…
lunedì 23 giugno 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento