lunedì 9 giugno 2008

Analisi del territorio delle Alpi Liguri

Continuando la valorizzazzione del "Sentiero degli Alpini" siamo stati commissionati successivamente dal Dip.Ter.Ris. di eseguire una serie di pannelli per il SIC (sito di interesse comunitario) sulla flora endemica presente.
Anche in questo caso abiiamo deciso di effettuare dei mini tabelloni i quali saranno posizionati lungo il "Sentiero degli alpini"; qui sottostantemente sono riportati i pannelli.

Free Image Hosting at www.ImageShack.us Free Image Hosting at www.ImageShack.us Free Image Hosting at www.ImageShack.us Free Image Hosting at www.ImageShack.us

Nelle Alpi liguri, una situazione climatica molto particolare, prodotta dall’incontro di tre diversi climi (mediterraneo, alpino, sub-continentale), e la complessità morfologica dei terreni, hanno favorito lo sviluppo di una flora notevolmente varia con la presenza di numerosi endemismi.
In altre regioni è difficilmente riscontrabile una simile varietà che si manifesta in proporzioni così vaste come in questa parte di Liguria.
Il botanico ginevrino Emile Burnat, che allo studio appassionato della flora di questo settore dedicò gran parte della sua vita, affermava che il numero di piante di questa parte delle Alpi “supera di molto quello di ogni altro territorio europeo di uguale superficie”.
Le valli dell’entroterra, perpendicolari alla costa, lasciano penetrare in profondità il clima costiero che favorisce lo sviluppo della vegetazione di tipo mediterraneo (cisti, timo, ginestra, etc.) ad altitudini inconsuete.
Salendo di quota s’incontra invece la vegetazione tipicamente alpina, con praterie e vasti boschi di abete e larici.
Nella fascia collinare s’incontrano due specie introdotte dall’uomo: l’ulivo, che si può trovare fino ad 800 metri di quota, e il castagno, soprattutto sul versante piemontese.
Sui monti Toraggio (1971 metri) e Pietravecchia (2038 metri), nell’alta val Nervia, vaste distese di larici con sottobosco di rododendri ricordano paesaggi di regioni alpine molto più settentrionali, mentre poco più in basso s’incontrano piante della macchia mediterranea.
Su questi due monti, assistiamo a eccezionali risalite in quota delle piante mediterranee, il timo su tutte le altre (ascende fino ad oltre 1900 metri sul Pietravecchia).
Meritano una citazione anche il leccio (tra gli alberi), le ginestre, l’alaterno, il lentisco (tra gli arbusti della macchia), la còrida (Coris monspeliensis), l’onònide minutissima (Ononis minutissima) e il cìtiso argenteo (Argyrolobium zanonii).
Alla risalita delle specie mediterranee si oppone la discesa delle specie sub-continentali e alpine, ad esempio la sassìgrafa autunnale (Saxigrafa aizoides) e la draba aizoide (draba aizoides) scendono a 1400-1500 metri.
Ovviamente, “salite” e “discese” portano a contiguità e coesistenze che hanno realmente dell’incredibile; il connubio più significativo è quello tra il timo e la sassìgrafa a foglie opposte (Saxifraga oppositifolia), che, a 1500 metri di quota, sul versante meridionale del Pietravecchia, occhieggiano dalla medesima fenditura: un fatto unico nell’intero arco alpino.
E pensare che questa sassìgrafa, in Groenlandia, si spinge fin sulle coste settentrionali, a 83° di latitudine nord; se al polo vi fossero rocce, anziché ghiacci, questa specie vi riuscirebbe a sopravvivere!
Per quanto riguarda la fauna, anche il popolamento animale risente di queste particolari condizioni climatiche e geologiche.
Al di là degli animali più comuni (cinghiali, volpi, la gran parte degli uccelli etc.), le specie più significative delle Alpi liguri sono essenzialmente quelle a distribuzione alpina, assenti dal resto della Liguria, e quelle che a causa delle modifiche degli habitat, dell’inquinamento o per via di una caccia indiscriminata sono divenute ormai rare quasi ovunque.
Le vette, le gole rocciose e i boschi meno accessibili della vallate alpine liguri hanno, infatti, offerto rifugio a molti animali altrimenti a rischio di estinzione.
Segnaliamo qui di seguito gli animali più caratteristici delle Alpi liguri distinti per ambienti.
Tra quelli della macchia e della boscaglia mediterranea segnaliamo: il colubro lacertino (il più grande serpente europeo che può superare i due metri di lunghezza) e la rarissima lucertola occellata (questa specie sembrava definitivamente scomparsa, ma in questi ultimi anni sono stati segnalati alcuni esemplari nell’imperiese).
I grandi boschi montani ospitano: la martora, (un mustelide che abita soprattutto i boschi di conifere), il gatto selvatico, il picchio nero (specie estremamente rara ritenuta da molti esperti l’elemento faunistico di maggior valore delle Alpi liguri), il gallo forcello, il gufo reale (il più grosso rapace notturno dei nostri boschi), lo sparviero e l’astore.
Negli ambienti alpino e subalpino si possono ammirare: l’ermellino, il camoscio, la lepre alpina, la marmotta e la pernice bianca.
Tutti questi animali frequentano le praterie d’altitudine più tranquille, generalmente nella fascia al di sopra delle foreste.
Infine, i grandi spazi in quota rappresentano anche il territorio di caccia dell’aquila reale: questo magnifico rapace nidifica sulle pareti rocciose più impervie delle alti valli ed è facile avvistarla sulle pendici del Monte Pietravecchia.


Nessun commento: