Il nostro gruppo è stato commissionato dall'università di Genova per eseguire una pannellonistica per valorizzare l'ambiente geologico della provincia di Imperia.
Analizzando il testo "Guida delle Alpi Liguri, Sagep editrice" abbiamo stabilito che il luogo migliore per effettuare tale valorizzazzione si trova a Colla Melosa, lungo il "Sentiero degli Alpini"
I cartelloni riportati qui sotto sono il progetto nato dal lavoro del nostro gruppo, sulla base del confronto tra l'analisi testuale della "Guida delle Alpi Liguri" (di cui troverete qui sotto le parti di testo risultate utili allo sviluppo dei tabelloni) e l'osservazione su campo delle formazioni geologiche caratteristiche.
La grande quantità di terreni calcarei dell’entroterra imperiese ha determinato un notevole sviluppo di fenomeni carsici, di superficie e soprattutto di profondità. Essi si attivano in funzione del tenore carbonatico dei linotopi, ma sono anche strettamente correlati all’assetto tettonico, ai caratteri morfologici e climatici (inclinazioni, precipitazioni, temperatura etc.) e alla copertura vegetale.
Le Alpi liguri nel loro complesso costituiscono un carso d’alta quota, di tipo alpino, a clima temperato-umido con limitate influenze mediterranee e con un elevato grado di carsificazione (oltre 1500 cavità). Nel settore imperiese la densità del fenomeno speleologico si avvicina a quelle delle più famose aree carsiche italiane: il numero delle cavità è superiore alle cinquecento unità, distribuite in aree a differente potenziale. Le maggiori concentrazioni di grotte si hanno nelle successioni mesozoiche dell’alta val. Tanaro, nei calcari nummulitici delle alte valli Nervia e Argentina e nei conglomerati pliocenici di Ventimiglia. Le più famose cavità dell’area, meta di un’intensa attività speleologica, sono:- la Tana dei Rugli, presso il monte Toraggio, che si sviluppa per 1950 metri e ha un dislivello di142 metri;- la grotta della Melosa o Tana Freida, presso il monte Corma, la più profonda della Liguria, lunga circa 1600 metri e con un dislivello di 253 metri (+38, -215);- la grotta delle Ferrate, presso il monte Pietravecchia, con uno sviluppo di circa 100 metri e una profondità di 45.
Oltre ai fenomeni carsici, la stessa zona è anche ricca di altre entità morfologiche quali: gole, orridi, fosse di interesse escursionistico, depositi morenici e giacimenti di minerali da collezione.
Oggi questo ricco patrimonio geologico versa in uno stato di abbandono e degrado: le cause di questa situazione sono da ricercarsi nella mancanza di una regolamentazione per talune discariche, nell’assenza di disciplina dei prelievi da parte dei collezionisti e nell’erosione naturale degli agenti atmosferici. La presenza di un parco potrebbe favorire: la realizzazione di un preliminare censimento per avere l’inventario completo delle entità di maggior pregio; (in materia le pubblicazioni disponibili sono poche), la regolamentazione dell’attività speleologica (che avrebbe anche dei risvolti turistici con visite e percorsi guidati) e infine la messa in atto di opportune azioni conservative.
Ecco come si raggiunge il "Sentiero degli Alpini".
martedì 10 giugno 2008
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