Il termine timo deriva probabilmente dal latino Thymis o Thymosus, che significa “che ha profumo” o dal greco Thymos “anima”, o anche dall’Egizio Thm, termine riferito ad una pianta che era utilizzata per il lavaggio delle salme da imbalsamare. Ciò è molto probabile in quanto i suoi pregi medicinali ed aromatici lo rendevano molto adatto per l’imbalsamazione dei cadaveri; mentre gli Etruschi e i Romani lo usavano per le sue proprietà antisettiche e balsamiche.La leggenda vuole che questa pianta sia stata il giaciglio della Madonna durante la sua fuga in Egitto, quando stanca vi si addormentò sopra. Dall’area germanica, dove la pianta conserva il nome di Marienbattstroth, (paglia del letto di Maria), tale leggenda fu assorbita dal Cristianesimo, così come l’usanza di bruciare Timo al posto dell’incenso durante le feste dedicate alla Madonna. La tradizione tedesca pagana ci parla anche della dea Freja, protettrice della pianta a divinità dell’Amore e della Primavera, il cui mito simile a quello di Teseo e Arianna, vuole che dalle sue lacrime nascesse appunto il Timo.
•È ricordato nelle scritture di Dioscoride, Ippocrate, Plinio e Virgilio.
Fra le varie leggende che accompagnano questa pianta, si racconta che nel 1630, nella città di Tolosa durante un’epidemia di peste, vi erano quattro ladri che immuni da qualsiasi contagio saccheggiavano le abitazioni e depredavano i cadaveri senza alcun problema. Una volta presi dovettero svelare la pozione misteriosa che li rendeva immuni alle malattie: “mettete a macerare in aceto Timo, Lavanda e Rosmarino, strofinatevi bene tutte le parti del corpo e passerete immuni attraverso tutte le epidemie che il diavolo vi manda…”. Tale ricetta passò alla storia con il nome appunto dell’aceto dei quattro ladri.
Fra le varie leggende che accompagnano questa pianta, si racconta che nel 1630, nella città di Tolosa durante un’epidemia di peste, vi erano quattro ladri che immuni da qualsiasi contagio saccheggiavano le abitazioni e depredavano i cadaveri senza alcun problema. Una volta presi dovettero svelare la pozione misteriosa che li rendeva immuni alle malattie: “mettete a macerare in aceto Timo, Lavanda e Rosmarino, strofinatevi bene tutte le parti del corpo e passerete immuni attraverso tutte le epidemie che il diavolo vi manda…”. Tale ricetta passò alla storia con il nome appunto dell’aceto dei quattro ladri.
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