lunedì 17 novembre 2008

Classis Ginkgopsida


Ginkgo biloba
Le ginkgopside contengono un'unica specie vivente di ginkgo, considerata un fossile vivente. Essa viene spesso utilizzata come pianta ornamentale tanto che oggi se ne conoscono solo popolazioni coltivate, forse qualcuna naturale è presente in Cina.
La struttura è simpodiale ed è dioica: la pianta maschile è preferita in coltivazione poiché i semi della pianta femminile sono ricoperti di tegumenti con acido butirrico che marcendo originano fetore.
Le foglie sono a ventaglio bilobato e si inseriscono su brachiblasti e loro volta inseriti su un macroblasto centrale. La nervatura delle foglie è dicotomica (primitiva).
Gli apparati riproduttivi sono posti sui brachiblasti sottesi alla base da brattee. Gli apparati maschili hanno stami inseriti su un asse allungato, simile ad un amento. Gli apparati femminili hanno il megasporofillo ridotto ad un peduncolo che porta 2 ovuli (di cui uno solo si sviluppa) dotati di un cercine, una nuova struttura che si è sviluppata per proteggere l'ovulo (non è presente nelle ginkgopside fossili).
Le specie fossili possedevano molti più ovuli, stami distribuiti a raggiera e peltati e le foglie erano multilobate o frangiate. Durante l'evoluzione si assiste quindi alla riduzione degli elementi sessuali.
Nella specie attuale, tuttavia, si ritrovano ancora elementi primitivi nella riproduzione: G. biloba possiede ancora gametofiti femminili e maschili pluricellulari e spermatozoidi flagellati che sono liberati nella camera pollinica dell'ovulo. I granuli pollinici emettono il tubetto pollinico che si inserisce sulla nucella funzionando come un austorio, succhiando il nutrimento. Accrescendosi, libera i gameti che nuotano nell'ambiente liquido della camera pollinica fino all'oosfera.
Nell'ovulo femminile vi è un solo tegumento distinto in 3 strati: una sarcotesta che contiene acido butirrico, una sclerotesta indurita e una endotesta sottile. L'odore emesso dalla marcescenza della sarcotesta rappresenta un'attrattiva per animali che ingeriscono i semi e li diffondono con le feci, quindi vi è endozoocoria.

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